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I Disturbi Dissociativi. Cosa sono?

 

La caratteristica fondamentale dei Disturbi Dissociativi è la perdita della continuità dell’esperienza soggettiva: l’esperienza cosciente di se stessi è interrotta da ampie lacune di memoria, da stati alterati di coscienza o da bruschi cambiamenti nel comportamento, di cui il soggetto, a posteriori, ricorda poco o nulla. 

A causa di tale alternanza, l’individuo ha l’impressione che il fondamentale senso di continuità e unità del sé sia minacciato, perduto o comunque alterato. 
I Disturbi Dissociativi si caratterizzano per profonde alterazioni di coscienza, memoria, senso di identità e percezione della realtà con una mancata integrazione delle funzioni cognitive. 

Le persone colpite da questi disturbi possono essere incapaci di rievocare eventi importanti della loro esistenza, oppure possono dimenticare per un periodo di tempo la propria identità o arrivare ad assumerne una nuova; possono inoltre allontanarsi dai luoghi dove abitualmente risiedono. 

Le alterazioni possono essere transitorie o croniche, improvvise o graduali.

 

I Disturbi Dissociativi sono 4, possono essere diagnosticati solamente uno per volta e non possono presentarsi contemporaneamente nello stesso paziente:

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  1. Amnesia Dissociativa

  2. Fuga Dissociativa

  3. Disturbo Dissociativo dell'Identità 

  4. Disturbo di Depersonalizzazione

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Amnesia Dissociativa
Amnesia Dissociativa
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L’Amnesia Dissociativa è caratterizzata dalla incapacità di ricordare importanti dati personali, generalmente in seguito ad eventi traumatici o stressanti e che risulta troppo estesa per essere spiegata con una normale tendenza a dimenticare.

Questo disturbo comporta una menomazione reversibile della memoria, in cui i ricordi personali non possono essere recuperati in forma verbale (oppure, se temporaneamente recuperati, non possono essere interamente trattenuti nella coscienza). Questa alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza oppure a una condizione medica generale o neurologica. 

L’Amnesia Dissociativa più comunemente si presenta come una lacuna, o una serie di lacune, nella rievocazione di momenti della storia della vita di un individuo. Queste lacune sono di solito collegate a eventi traumatici o estremamente stressanti. Alcuni soggetti possono avere amnesia per episodi di auto-mutilazione, esplosioni violente di ira, oppure tentativi di suicidio. Meno comunemente l’Amnesia Dissociativa si presenta come un episodio con esordio improvviso. Questa forma acuta si manifesta più facilmente in tempo di guerra o come conseguenza di catastrofi naturali o di altre forme di grave trauma.

È importante ricordare che durante l’episodio di Amnesia Dissociativa il comportamento del soggetto è normale, ad eccezione del disorientamento che essa può provocare, e che può portare la persona a vagare senza meta: essa non è in grado di riconoscere persone normalmente conosciute, ma mantiene intatte le sue capacità (ad es. leggere e scrivere), e le conoscenze già acquisite, culturali e sociali. Solitamente, l’amnesia termina improvvisamente, così come si è presentata, e il soggetto recupera completamente la memoria. 

 

Esistono diversi tipi di alterazione della memoria:

  1. Amnesia circoscritta. Il soggetto non è in grado di rievocare eventi che si sono verificati durante un periodo circoscritto di tempo, di solito le prime ore susseguenti a un evento gravemente disturbante (per es. il sopravvissuto incolume di un incidente automobilistico in cui un familiare sia rimasto ucciso può non riuscire a ricordare nulla di quanto è accaduto dal momento dell’incidente a 2 giorni dopo). 

  2. Amnesia selettiva. La persona può ricordare alcuni, ma non tutti, degli eventi riguardanti un periodo circoscritto di tempo (per es. un reduce di guerra può ricordare solo parzialmente una serie di esperienze violente di combattimento). 

  3. Amnesia generalizzata. L’incapacità di ricordare riguarda l’intera vita della persona. I soggetti con questo raro disturbo di solito si presentano alla Polizia, al Pronto Soccorso o ai servizi di consulenza degli Ospedali Generali. 

  4. Amnesia continuativa. E’ l’incapacità di rievocare gli eventi da un certo momento in poi, incluso il presente. 

  5. Amnesia sistematizzata. Corrisponde alla perdita di memoria per certe categorie di informazioni, come i ricordi riguardanti la propria famiglia oppure una particolare persona. 

Fuga Dissociativa
Fuga Dissociativa
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La Fuga Dissociativa si manifesta attraverso un allontanamento improvviso e inaspettato da casa o dall’abituale luogo di lavoro, con incapacità di ricordare, completamente o in parte, il proprio passato. 

L’individuo presenta confusione circa la propria identità, e può assumerne una nuova, iniziando una vera e propria nuova esistenza, dotata di caratteristiche proprie anche se la maggior parte delle fughe non comportano la formazione di una nuova identità. 

Se una nuova identità viene assunta durante la fuga, essa è generalmente caratterizzata da tratti più gregari e disinibiti rispetto alla precedente identità. La persona può assumere un nuovo nome, prendere una nuova residenza, un diverso lavoro e può impegnarsi in attività sociali complesse che risultano bene integrate e che non indicano la presenza di un disturbo mentale. 

Gli episodi di fuga dissociativa si manifestano generalmente in seguito ad un episodio traumatico o stressante e non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza oppure a una condizione medica generale. 

 

Il tipo di viaggio può avere una durata variabile, passando da uno spostamento temporalmente e geograficamente limitato (per es. ore o giorni) ad un allontanamento più consistente di lunga durata (per es. settimane o mesi) ed è questo il caso in cui viene assunta una nuova identità. I vagabondaggi di solito avvengono senza disturbare nessuno, fino ai casi di alcuni soggetti che attraversano numerosi confini nazionali e percorrono migliaia di miglia. Durante la fuga il soggetto può sembrare esente da psicopatologia e generalmente non attira l’attenzione. A un certo punto il soggetto arriva alla osservazione dei medici, di solito a causa di un amnesia per i fatti recenti o di una carenza di consapevolezza della propria identità. Una volta che il soggetto ritorna allo stato che precedeva la fuga, può non esserci alcun ricordo per gli eventi accaduti durante il viaggio.

 

Il recupero di memoria è in genere completo, benché i suoi tempi siano ampiamente variabili, ma permane l’ncapacità del soggetto di ricordare gli eventi accaduti durante la fuga.

Disturbo Dissociativo dell'Identità
Disturbo Dissociativo dell'Identità 

Precedentemente chiamato Disturbo da Personalità Multipla, è il disturbo dissociativo più clamoroso, seppure relativamente poco frequente. 

In questo Disturbo la persona manifesta almeno due distinte identità del tutto indipendenti, ciascuna con propri modi di percepire, relazionarsi e pensare nei confronti di se stesso e dell’ambiente. Esse si manifestano assumendo ricorrentemente il controllo della persona e spesso un’identità non è cosciente dell’esistenza di un’altra, o altre, identità e non ha di essa o esse alcun ricordo. 

Il Disturbo Dissociativo dell’Identità riflette il fallimento nella integrazione dei vari aspetti dell’identità, della memoria e della coscienza. Ognuno degli stati di personalità può essere vissuto come se avesse storia personale, immagine di sé e identità distinte, compreso un nome separato. 

Di solito vi è una identità primaria che porta il nome ufficiale del soggetto e che risulta passiva, dipendente, tendente ai sentimenti di colpevolezza e alla depressione. 

Le identità alternative frequentemente hanno nomi diversi e caratteristiche che contrastano con l’identità primaria (per es. sono ostili, “dirigenziali”, auto-distruttive). Identità particolari possono emergere in circostanze specifiche e possono differire nell’età e nel genere riferiti, nel vocabolario, nelle conoscenze generali o negli affetti predominanti. 

Le identità alternative assumono il controllo in sequenza, una a scapito dell’altra, e possono negare la conoscenza reciproca, criticarsi l’una l’altra, o apparire in aperto conflitto. Le identità aggressive o ostili possono talora interrompere le attività delle altre o metterle in situazioni disagevoli.

I soggetti con questo disturbo presentano frequentemente lacune di memoria a proposito della loro storia personale, sia remota che recente. Le identità più passive tendono ad avere ricordi più poveri, mentre quelle più ostili, “dirigenziali”, o “protettive” hanno ricordi più completi. 

Una identità che non ha funzioni di controllo può tuttavia avere accesso alla coscienza attraverso la produzione di allucinazioni uditive o visive (per es. una voce che dà istruzioni). La dimostrazione dell’amnesia può essere raggiunta attraverso le indicazioni di altre persone che sono state testimoni di comportamenti che il soggetto rinnega, oppure attraverso le “scoperte” dell’individuo stesso (per es. trovare in casa capi di abbigliamento che il soggetto non ricorda di avere comprato). 

 

Le transizioni da una identità all’altra sono spesso scatenate da fattori psico-sociali stressanti. Il tempo richiesto per il passaggio da una identità all’altra è solitamente questione di secondi, anche se, più raramente, il passaggio può essere graduale. Il comportamento che può associarsi frequentemente con le transizioni di personalità include ammiccamento rapido, cambiamenti facciali, cambiamenti della voce e dell’atteggiamento o disgregazione del corso dei pensieri del soggetto. Il numero di identità riportato varia da 2 a più di 100. Metà dei casi riportati riguardano soggetti con un numero di identità inferiore a 10.

 

Questo disturbo esordisce nell'infanzia, ma generalmente viene diagnosticato soltanto nell'adolescenza; esso è più pervasivo degli altri disturbi dissociativi e spesso assume la forma di cronicità, precludendo la possibilità di un recupero completo.

Disturbo di Depersonalizzazione
Disturbo di Depersonalizzazione
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Nel Disturbo di Depersonalizzazione il soggetto presenta una grave alterazione della percezione o dell’esperienza di sé vivendo episodi caratterizzati da sentimenti di distacco o di estraneità a se stessi. 

L’individuo si può sentire come un automa, oppure come se stesse vivendo in un sogno o in un film, al di fuori della realtà quotidiana, con la sensazione di essere un osservatore esterno dei propri processi mentali, del proprio corpo o di parti di esso. Possono essere presenti anche vari tipi di anestesia sensoriale, mancanza di reazioni affettive e la sensazione di perdere il controllo delle proprie azioni.

L’esame di realtà rimane comunque intatto: c’è la consapevolezza che si tratta solo di una sensazione e che non si è davvero un automa.

La depersonalizzazione è un’esperienza comune, dal momento che è una manifestazione presente in molti altri disturbi mentali, come ad es. nel Disturbo di Panico o nel Disturbo Acuto da Stress. Perciò la diagnosi di Disturbo di Depersonalizzazione dovrebbe essere posta solo se, in mancanza di altri disturbi psichici, i sintomi risultano sufficientemente gravi da causare marcato disagio o menomazione nella vita quotidiana. 

Inoltre, l’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.

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